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30 Lug 2023
Il Duello rusticano

Il Duello rusticano

Uno degli scopi principali del Centro Studi sul Duello Antico del M° Tomaselli è quello di analizzare, verificare e confrontare le descrizioni di Duello o di confronto con armi bianche che la letteratura, la storia, la narrazione cronachista e l’arte figurativa ci hanno lasciato del lontano e del lontanissimo passato della storia dell’umanità.
Tale analisi e verifica passa per la realizzazione delle azioni descritte, confrontate con le conoscenze degli antichi Maestri di Armi del passato e ricostruite nella veridicità dell’azione compiuta. Inoltre si dà movimento, e perciò vita, a tutto ciò che non si può più vedere o al quale non si può più assistere, ma che grazie a testimonianze attente ed oculate tramandate da antichi osservatori, i pochissimi esperti e conoscitori del Duello reale sotto tutti i suoi aspetti esecutivi, fanno si che queste riprendano vita e possano colmare immense lacune di conoscenza sulla storia del nostro passato.
Uno di questi studi riguarda il Duello cosiddetto “rusticano”.

Il Duello rusticano è un Duello popolare a tutto tondo che mantiene in sé tutte le caratteristiche del Duello Giuridico Cavalleresco d’Onore, con una forma ed una realizzazione però popolare e semplice.
Le armi offensive che lo contraddistinguono sono i coltelli: oggetti di uso quotidiano e pronti a qualsiasi uso sia necessario. “Il coltello è la spada del popolo” veniva detto in passato ed era vero, in quanto arma corta o cortissima di facile reperimento, estremamente più economica rispetto ad altre sul mercato e di immediato occultamento o nascondimento, anche dentro una semplice tasca.
Ma il coltello del Duello rusticano non deve essere confuso con il coltello della più bassa e piccola criminalità di oggi come del passato.
A differenza infatti dei tempi passati, il coltello poteva essere utilizzato sia come arma criminale, anche da sicari, ma soprattutto come arma utile a confronti “Nobili” e “Cavallereschi” che pure la plebe del passato poteva fare suoi grazie all’utilizzo dello strumento duellare.

Il Duello dunque fa la differenza. Una differenza siderale se si pensa alla contemporaneità dei nostri luoghi e dei nostri tempi, dove il coltello è presente in molte tasche ed è usato a sproposito e sempre contro chi non lo possiede o non può vederne lo sguaino e perciò è facile bersaglio di qualsiasi persona vile e frustrata, risultato umano della nostra società consumata dai consumi sempre più irraggiungibili.
L’uso del Duello alza il livello di qualsiasi confronto e con qualsiasi arma, sia anch’essa da fuoco, perché nel Duello si deve avere coraggio e senso della vergogna necessari a rischiare la vita per riscattare una umiliazione od un torto subito, anche materiale.

Ecco perché il Duello popolare o rusticano non ha nulla da invidiare, o non ha nulla di meno di un nobile, Duello cavalleresco. L’unica differenza sta nel fatto che il Duello popolare fu sempre “alla macchia” mentre quello cavalleresco lo diventerà dopo il 1563.
Questa condizione “clandestina” del Duello rusticano sarà anche il motivo di una longevità invidiabile che ne vedrà il tramonto solo con la società dei consumi, la quale passerà al denaro, e solo a quello, la risoluzione di tutti i pensieri, le preoccupazioni e le ingiurie subite od imposte.
Il Duello nobilita ogni azione dell’uomo ed, infatti, lo ha accompagnato per diverse migliaia di anni.
La letteratura che ci testimonia questo tipo di confronto non è sterminata o abbondante, ma si rivela molto efficace nei pochi esempi a noi noti.
Giovanni Verga è sicuramente l’autore più noto per la narrazione di uno svolgimento di un Duello con il coltello1. Il suo Cavalleria rusticana con la relativa morte di Turiddu è stato menzionato, almeno fino a pochi decenni fa, in molte manifestazioni anche all’interno degli strumenti di diffusione di massa. La novella del letterato siciliano ha attraversato un secolo di vitalità diventando il testimone di un rituale di un costume duro a morire ancora fino alla fine degli anni ‘60 del XX° secolo. La vicenda è assai nota e testimoniata anche da una opera lirica, e non staremo qui a presentarla per non annoiare il lettore.

Verga ci tramanda inoltre il rituale di questa sfida che viene avviata da Compare Alfio, il quale si sente disonorato, vittima di un adulterio di sua moglie con Turiddu appunto.
Questa era una faccenda che nessun tribunale o nessun avvocato potevano risolvere, ma solo il confronto equo che un Duello può offrire.
Si arriva così al giorno della sfida, in genere le 24 ore posteriori alla sfida stessa, il luogo è già conosciuto e, come descrive l’autore, per un pezzo di strada, i due contendenti camminano insieme verso l’agone prestabilito. Questo camminare insieme evidenziato dal Verga, mette in rilievo l’estremo senso dell’onore presente nei contendenti che si avviano ad un confronto mortale.
La parola data era un elemento fondamentale di convivenza presso le società del mediterraneo del passato anche recente. Anche uno sbruffone come Turiddu che sa di avere agito disonestamente, sa che quando viene il momento della resa dei conti bisogna dimostrare di essere all’altezza della situazione: combattere a rischio della vita e morire, se sarà il caso, in modo onorevole, accettando cioè il confronto equo che solo il Duello può offrire. Vediamo dunque che compare Alfio, sorprendendolo, colpisce per primo Turiddu. Tale privilegio di poter colpire per primo da parte dello sfidante, o dell’Attore, deriva ancora dalle consuetudini del diritto Longobardo di epoca altomedioevale.
Turiddu sorpreso, ma non troppo, ricordiamo che Verga li definisce “bravi tiratori”, con il braccio, forse coperto dal farsetto svestito precedentemente da entrambi, (come si svolgeva il Duello all’italiana descritto così nel XVI° secolo cioè con due armi una offensiva ed una difensiva il farsetto appunto)2, para questa “stoccata” rispondendo con un colpo “all’anguinaia” cioè all’inguine di compare Alfio, supponiamo alla parte destra del corpo, il quale deve piegarsi a terra mantenendo una posizione di guardia con il coltello pronto a colpire.

In questo momento avviene uno scambio di battute in cui Alfio sembrerebbe in qualche maniera avvisare Turiddu di ciò che sta per succedere…
Qui l’autore descrive una reazione di Compare Alfio che si trova tra la disperazione e la rabbia di chi vede la difficoltà di poter ottenere giustizia e ricorre perciò ad un trucco, un inganno molto utilizzato nel Duello popolare e non solo. Tutto nella norma però perché si ricorre all’uso di ciò che l’agone deputato offre, sabbia o terra in questo caso, ma che rende il Duello più verosimile e meno “ingessato” da regole come può essere una gara sportiva, in cui non rischiando nulla, il confronto è meno credibile e serio3.
L’effetto della terra negli occhi di Turiddu ha la sua efficacia: Turiddu salta indietro dicendo:
“Ah!…sono morto!”.
Verga continua la narrazione del Duello:
“Ei cercava di salvarsi, facendo salti disperati all’indietro; ma compar Alfio lo raggiunse con un’altra botta nello stomaco e una terza alla gola.
-E tre! Questa è per la casa che tu m’hai adornato. Ora tua madre lascerà stare le galline.
Turiddu annaspò un pezzo di qua e di là tra i fichidindia e poi cadde come un masso. Il sangue gli gorgogliava spumeggiando nella gola, e non potè profferire nemmeno:
– Ah, mamma mia!”.

Si chiude così la novella descrivendo “veristicamente” l’effetto di una coltellata alla gola a sgozzare, appunto.
Altri autori come Riccardo Bacchelli per la letteratura, e Pietro Germi per il cinema, hanno descritto e rappresentato magnificamente lo svolgimento di un Duello di coltello. Solo chi conosce e sa come si possa svolgere e cosa possa accadere nello scontro armato, può apprezzare la precisione dei dettagli e degli atteggiamenti presenti in queste testimonianze che la cultura della nostra lingua ci ha lasciato.

M° Corrado Tomaselli
Centro Studi sul Duello Antico

26 Mag 2021
Il Trovatore, stagione 2007/08, Teatro Carlo Felice di Genova

https://www.instagram.com/p/CPWdlSLs8K8/

 

Verso le riaperture…Con il ricordo di questo Trovatore allestito al Teatro Carlo Felice per la stagione 2007/2008, in cui il Maestro Tomaselli ha lavorato come Maestro d’armi, il nostro pensiero va a tutti coloro i quali lavorano nei teatri. Ci auguriamo che al più presto, anche i teatri possano riprendere con regolarità le loro programmazioni e che possano avvalersi della nostra professionalità per i duelli in scena.

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08 Mag 2021
La Parembole

https://www.instagram.com/p/COnKAAesl-z/

Un video del Maestro Tomaselli sulla Parembole, un colpo al fianco o una azione ad accerchiare l’avversario. Il nome Parembole proviene dalla terminologia della lotta della Grecia antica e, come altri, si è riversato poi nel linguaggio gladiatorio. Importante, nel video viene spiegata, la differenza tra i partiti della gladiatoria (Parmulari e Scutari), fondamentale per capire l’applicazione di questa tecnica.

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03 Mag 2021
“I Capuleti e i Montecchi”, 2008 al Teatro Carlo Felice di Genova

https://www.instagram.com/p/CObC-wBJJJy/

In questo drammatico periodo di chiusure dei teatri, un ricordo da l’opera “I Capuleti e i Montecchi” allestita nel 2008 al Teatro Carlo Felice di Genova, in cui il Maestro Corrado Tomaselli ha formato il cast per le rappresentazioni di Arte delle armi in scena.
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15 Feb 2021
Duello per la rappresentazione teatrale “Duello in scena”

https://www.instagram.com/p/CLUWcMoJQCy/

Duello per la rappresentazione teatrale “Duello in scena” con particolare ambientazione, luogo angusto e ristretto e scambi con spada e rotella. Un video con scambi piu rapidi e studio dell’azione in guardia e un video con scambi rallentati per mostrare i colpi e le posture. Vedere in scena l’uso della rotella è rarissimo, ma l’effetto è affascinante.

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13 Nov 2020
“Il coltello è la spada del popolo”

https://www.instagram.com/p/CHiWrhbp2fb/

 

“Il coltello è la spada del popolo”.
Recitavano così nei tempi antichi i giudizi sul Duello Rusticano. Anche il popolo aveva il suo Onore da difendere.
Qui abbiamo esempi di duelli di Navaja, o duelli Gitani tra Barateros, tipici duelli Rusticani Iberici in uso, almeno, fino alla fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo.”

Immagini tratte da:
“El desafio” G. Simòn, 1893
e da
Los barateria j.L. Pellicer in “Obras completa de Mariano J. de L’arra” Montaner y Simòn, 1886, pag. 504

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19 Ott 2020
Paride dal Pozzo ed i trattati di Scienza Cavalleresca

https://www.instagram.com/p/CGiBVrwJIWk/

Solennis et utilis tractatus de re militari: vbi est tota materia duelli et singularis certaminis nouiter compilatus per excellentissimum iurisconsultum D. Paridem de puteo. In quo est tractatus de nobilitate: et qui proprie appellandus sit nobilis. Additus est de eadem materia tractatus Io. de lignano: et domini Bartholomei Cepole de un imperatore eligendo ut quicquid super hoc disputatum et decisum fuit per doctores cumulatissime in hoc uolumine haberetur

Titolo e frontespizio dell’opera di Paride dal Pozzo. 1543. Trattato di scienza cavalleresca.

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07 Ott 2020
Prove in teatro

Un momento di lezione di duello a teatro,
con un piccolo approfondimento sul movimento della spazzata del braccio, dello slongamento degli arti e del mantenimento di una postura consona e gratiosa.

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05 Ott 2020
Addestramento preparatorio, o propedeutico, della Hoplomachia

Addestramento preparatorio, o propedeutico, della Hoplomachia. L’ Hoplomachia è citata anche da Omero e viene spesso paragonata ad una Pyrrica o danza guerriera. Si tratta di un esercizio che si ripete uguale in alternanza per migliorare l’apprendimento della parata in movimento e della Misura.

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30 Set 2020
Prove in teatro per un Trovatore