Machiavelli, un vero esperto di arte della guerra


Statua di Machiavelli, Galleria degli Uffizi a Firenze.

Machiavelli, un vero esperto di arte della guerra di Corrado Tomaselli

“Dico pertanto che quegli popoli o regni che istimeranno più la cavalleria che la fanteria sempre fieno deboli ed esposti a ogni rovina, come si è veduta l’Italia né tempi nostri; la quale è stata predata rovinata e corsa da’ forestieri, non per altro peccato che per avere tenuta poca cura della milizia di piè ed essersi ridotti i soldati suoi tutti a cavallo.”
Anche Nicolò Machiavelli nei primi anni del XVI secolo, attribuiva, alla trascurata cura delle fanterie rispetto alla cavalleria, la decadenza marziale della penisola italica.
Vi è sicuramente del vero, non a caso le fanterie svizzere prima e le fanterie spagnole poi, armate di spada corta e di scudo tondo imbracciato ROTELLA, porteranno scompiglio nelle cavallerie europee e queste ultime porteranno scompiglio anche tra le stesse fanterie dei quadrati armati di armi inastate.

Sempre il Machiavelli “I fanti tedeschi così armati possono sostenere e vincere i cavagli: sono più espediti al cammino e all’ordinarsi, per non essere carichi d’armi. Dall’altra parte sono esposti a tutti i colpi e discosto e d’appresso, per essere disarmati: sono inutili alle battaglie delle terre e ad ogni zuffa dove sia gagliarda resistenza. Ma i Romani sostenevano e vincevano i cavagli come questi: erano securi da’ colpi da presso e di lontano per essere coperti d’armi: potevano meglio urtare e meglio sostenere gli urti avendo gli scudi: potevano più attamente nelle presse valersi con la spada che questi con la picca; e se ancora hanno la spada (la KATZBALGER la spada dei lanzichenecchi) per essere sanza lo scudo ella diventa in tale caso inutile. Potevano securamente assaltare le terre avendo il capo coperto e potendoselo meglio coprire con lo scudo. Talmente che ei non avevano altra incommodità che la gravezza dell’armi e la noia dello averle a condurre: le quali cose essi superavano con lo avvezzare il corpo a’ disagi e con indurirlo a potere durare fatica.”

Ancora lo scudo resta l’arma del combattimento appiedato e del guerriero e proprio con il XIV secolo, dopo l’esperienza in terra santa, si riorganizzano in Europa eserciti veri e propri che vedono a metà ‘500 la loro definitiva composizione che discosterà poco nelle armi principali dagli eserciti antichi, le fanterie di armi in asta e le fanterie armate di spada corta e scudo “…perché le picche sono utili contro a’ cavagli, e quando vengono contro a’ fanti fanno bene l’ufficio loro prima che la zuffa si ristringa; perché ristretta ch’ella è diventano inutili. Donde che i Svizzeri per fuggire questo inconveniente pongono dopo ogni tre file di picche una fila d’alabarde; il che fanno per dare spazio alle picche, il quale non è tanto che basti. Ponendo adunque le nostre picche davanti e gli scudi dietro, vengono a sostenere i cavagli e nello appiccare la zuffa aprono e molestano i fanti; ma poi che la zuffa è ristretta e ch’elle diventerebbono inutili, succedono gli scudi e le spade; i quali possono in ogni strettura maneggiarsi.”

Prima della scelta di dare sempre più spazio nelle guerre alle armi da fuoco, le guerre ancora nel XVI secolo e XVII in ambito soprattutto navale saranno una copia meno brillante e verosimile delle guerre dell’antichità.

Un falcione da rievocazione storica

La ROTELLA, il FALCIONE, il COLTELLACCIO, la GIUSARMA, la BEIDANA, fino ad arrivare alla SABRE (antenata di quell’arma che sarà conosciuta come SCIABOLA), saranno le armi principali delle guerre “corpo a corpo”, che l’uso sempre più massiccio delle armi da tiro a polvere, è andato diminuendo fino alla totale scomparsa nelle guerre moderne dove lo scudo non si utilizzerà più.
Il Machiavelli, però, denota, a mio modesto parere, una competenza marziale che la storiografia, a lui posteriore, gli ha sempre negato.
Non furono le armi da fuoco a rendere inutili le armi del guerriero antico (spada, scudo e arma inastata), ma l’aver dismesso l’addestramento a queste, che richiedeva più tempo, più competenza e dava più libertà all’uomo armato di armi, semplici, regolate dalla conoscenza di un’arte.

L’arma da fuoco dava dipendenza da chi possedeva enormi risorse per procurarsele, nasce qui forse la monarchia assoluta?
Teniamo ben presente che per tutte le guerre coloniali, per tutto il XIX secolo, le potenze occidentali hanno avuto grosse difficoltà nel combattere popolazioni con armamenti e competenze antiche incontrando anche gravissime disfatte in campo aperto, vedi le guerre indiane negli Stati Uniti, la guerra in Abissinia dell’Italia, il Sudan e gli Zulu nel Sudafrica per il Regno Unito ecc.
Solo con la prima guerra mondiale, siamo dunque all’inizio del XX secolo, la tecnologia bellica crea uno iato incolmabile con le armi del passato rendendole effettivamente inefficaci.
Machiavelli vedeva lontano, pur vivendo la fine del XV secolo dove le nuove armi da fuoco mietevano il terrore sui campi di battaglia, capiva che nessuna tecnologia, e lo fu per quasi 400 anni, avrebbe potuto sostituire, nel combattimento “corpo a corpo”, le antiche armi ed addestramenti ad esse legate che fecero grande Roma.

 

Pubblicato su Italia Medievale il 29 Maggio 2019