I colpi segreti dell’Arte delle Armi nel Medioevo


I colpi segreti dell’Arte delle Armi nel Medioevo di Corrado Tomaselli

Il termine Scherma è una evoluzione dall’idioma longobardo Skirmjan, che significa proteggere.
Ed è proprio dal periodo Franco-longobardo che ha inizio quel processo di trasformazione socio culturale, che porterà alla creazione del mondo occidentale moderno e neolatino.
Anche la lotta, il duello e la battaglia, saranno segnati dall’evoluzione in atto in Europa tra il VII e l’VIII secolo.
La scherma, ma sarebbe più corretto definirla Arte delle Armi o Arte Gladiatoria, nel medioevo ha un lungo sviluppo ed una lunghissima applicazione che durerà, nel tempo, per diversi secoli.
Questa techne, o arte meccanica, continuerà, e trasferirà, nel tempo, le sapienze antiche fino alla lenta, ed inesorabile, estinzione che avrà inizio proprio con la venuta dell’età moderna.
Armi ed armamenti sono sia in guerra sia in duello le stesse e sono usati con gli stessi scopi; vi sono armi atte ad offendere ed armi atte a difendere, e comunque, a tenere impegnate contemporaneamente le due braccia.
Quest’arte, già documentata dal punto di vista letterario, soprattutto nella lirica in lingua germanica (Beowulf, Gli Scaldi, le canzoni di Hildebrand e di Ludwig) trova però, dall’inizio del XIII secolo, il corpus letterario dei cicli di gesta d’area Occitanica, dalla lirica trobadorica e dall’epica germanica, quet’ultima, generalmente accompagnata da un ottimo supporto iconico, costotuisce una testimonianza più completa e solida per lo studioso.

L’esistenza di trucchi e stratagemmi, è testimoniata, in riferimento all’Arte delle Armi, in epoca medioevale, proprio dai testi letterari.
Primo fra tutti, per bellezza ed efficacia, ritengo sia il “Tur Franceis”, il giro francese.
Di questo colpo segreto, mi sembra opportuno riportare a riguardo la descrizione, che di questa azione, ci viene fatta nella Chanson de Guillame, romanzo epico in francese antico del XII secolo.

“Reneward fud mult prouz e senè;
Al tur Franceis lores si est turnè
Al haterel detriés li dunad un colp tel
Que andous les oilz li fist del chef voler”
“Rainouart era molto prode e accorto
col giro Francese allora si è voltato
dietro la nuca gli cala un colpo tale
che entrambi gli occhi fa volare dal capo”
(Chanson de Guillaume a cura di A.Fasso, Parma 1995)

Questa azione, facendo uso delle gambe, permette, caricandole a molla, come per il movimento dell’antico discobolo, di fingere una fuga e di tornare immediatamente ad assalire, con maggiore forza, l’avversario alle spalle.
Girare su se stessi è molto più comune di quanto si possa immaginare, per quanto riguarda l’Arte delle Armi, arte che ha fortissime relazioni più con la danza che con una attività sportiva, o marziale, a noi contemporanea.
Ancora nel 1547 troveremo l’applicazione di questo “colpo segreto” proprio nel famoso duello tra Guy de Chabot, conte di Jarnac e François de Vivonne, duca di Chastagneraie, che vide la vittoria del conte sul duca, che fu ucciso nel certame, ad opera di questo colpo che prenderà il nome di coup de Jarnac, che ancora oggi in Francia è, ingiustamente, sinonimo di scorrettezza, o azione scorretta, vista la sua inaspettata esecuzione.


Altri due colpi segreti, li troviamo descritti da un Maestro di Arte delle armi del tardo XV secolo, Antonio Manciolino, in un suo trattato stampato nel 1531 intitolato Opera Nova. E’, forse, il più antico trattato a stampa di Arte delle Armi, i trattati di Arte delle Armi o Arte Gladiatoria antecedenti erano, fino alla fine del XV secolo, tutti manoscritti.
Il Manciolino, appunto, ci racconta di un modo di ingannare l’avversario che chiama “far la Bertuccia”:
“Se alcuno volesse far tirar al nemico un colpo che gli piacesse per giungerlo in quel tempo, egli conviene che tre o quattro fiate una dopo l’altra facci cotal colpo quasi in modo di invito, et perché costume è di giocatori far la Bertuccia, sera astretto lo aversario far il somigliante onde li farai tirare il colpo che disiavi” (Antonio Manciolino, Opera nova, Venezia 1531).
E’ evidente, in questo passo, il metodo, più che un colpo segreto vero e proprio, per costringere l’avversario a fare una azione a noi conveniente. Farla noi per primi, questa azione, tre o quattro volte di seguito, porta l’avversario a ripeterla esaudendo, così, un nostro desiderio.La scimmia;la bertuccia in questo caso, che imita i nostri gesti, viene presa a prestito per meglio chiarire lo scopo di questa mossa o azione.
Un’altro colpo segreto, del quale si ha testimonianza già dal XIV secolo, è il “Tramazzone” un colpo molto insidioso.
Riporto anche per questa azione la descrizione del Manciolino, perché di più facile comprensione nella lettura:
“…il quale si fa con il nodo della mano che ha la spada ,quella di sotto in su snodando verso le parti sinistre tue a guisa di Fendente” (Antonio Manciolino, ibidem).

Come si può vedere questo colpo, che ha efficacia sempre dopo un fendente, si esegue ruotando il polso, rara eccezione nell’arte delle armi visto il peso delle stesse spade, partendo dalle nostre parti sinistre, per colpire velocemente ed inaspettatamente, come un raddoppio di colpo, che sale e poi scende sull’avversario, proprio come un fendente.
Questi sono solo alcuni di quei colpi segreti che un Maestro conosceva bene nella sua lunga esperienza.
L’arte delle armi vede raramente questo genere di azioni e quasi mai si trovano le finte, care alla scherma più moderna che, nell’uso di spade molto più leggere, vede maggior facilità nella rotazione del polso e nel poter così, in uno spazio ristretto per agire, poter avere molte più varianti e possibilità.
Nell’Arte delle Armi il peso di una spada, che si aggira minimo attorno ad un chilogrammo di peso, impedisce l’uso solo del polso per la rotazione, ma esige l’utilizzo di tutto il braccio fino alla spalla, sia per i colpi di taglio sia per i colpi di punta, che, agendo come una frusta ed in maniera sciolta, finisce nella spada il suo movimento.
Ecco perché è molto più raro trovare colpi segreti o a sorpresa, in quanto il movimento per colpire è di tutto il corpo, e non solo del polso, per poter effettuare una azione e di effetto.
Risulta così necessaria una postura indispensabile per muoversi con leggiadrìa ed efficacia armato ed in armatura.
Per comprendere l’Arte delle Armi bisogna fare un lavoro di ricerca sul corpo e sulla postura, che le testimonianze iconografiche ci hanno tramandato, perché è esattamente come studiare la danza nell’antichità.
Arti meccaniche irripetibili e impossibili da lasciare ai posteri, sennò in immagini statiche, e senza nessuna sequenza. Ricerca dunque interessantissima ed affascinante, ma per pochi che, sul proprio corpo, vogliono riprodurre l’uomo antico.

 

pubblicato su Italia Medievale il 18 Febbraio 2020